Un viaggio alla scoperta di uno dei più grandi designer italiani, nonché padre del prêt-à porter italiano.
Ciaoooo,
Il Museo del Tessuto di Prato, ha inaugurato lo scorso 23 marzo, una mostra dedicata al padre del prêt-a-porter italiano: Walter Albini. Più di 1700 oggetti, fra documenti, disegni, bozzetti e fotografie, ripercorrono la vita artistica, e non, del grande stilista italiano, scomparso all’età di 42 anni negli anni 80’ a causa dell’AIDS.
Se si vogliono mettere in evidenza i tratti più importanti della carriera di Albini, c’è di sicuro da citare il suo inizio, come illustratore per le sfilate di Alta Moda per giornali e riviste dell’epoca, prima a Roma e in seguito a Parigi.
Come ogni città che si rispetti, per quanto grande può essere, i posti sono sempre i soliti tre.
Proprio in questi soliti tre posti, è probabilmente avvenuto un incontro fra Albini e YSL. I due, infatti, condividono alcune ideologie e stili, tanto che Albini è spesso definito come l’YSL italiano, proprio ad indicare le somiglianze fra i due.
Vi consiglio un bellissimo articolo di Giuliana Matarrese su Linkiesta Etc, dove parla in modo più approfondito di quello che era Albini, anche del suo parallelismo con YSL.
Il primo stilista ad introdurre l’unisex, o meglio dire unimax, uno dei primi a parlare della società all’interno di una sfilata, ricordiamo la sfilata AI76/77 Guerriglia Urbana, con le modelle che hanno sfilato indossando dei passamontagna; e la grandissima ironia che lo ha spesso caratterizzato, ricordiamo la mostra di falli ispirati ai direttori creativi e icone pop di quegli anni, all’interno della Galleria Eros.
Si potrebbe citare anche il grandissimo cambiamento che Albini ha portato all’interno del sistema moda italiano; infatti è il responsabile della definizione di molti capisaldi della moda, non a livello di creazione, bensì di affermazione. Albini infatti era considerato un vero e proprio art director e stylist delle sue collezioni.
Caratteristiche che vengono fuori all’ interno del cortometraggio del nome “Dietro l’immagine”, presentato al CityLife Anteo, seguito poi da un talk, moderato da Giuliana Matarrese, con alcuni personaggi che hanno preso parte alla realizzazione della proiezione e vita di Albini, fra cui Carla Sozzani, Paolo Rinaldi e Emmanuele Randazzo.
Il cortometraggio pone al centro il grande amore che Albini aveva per il mondo fotografico, legame che viene fuori anche dalle creazioni dello stilista e dalle presentazioni che fece durante gli anni; come quella all’interno della Galleria Marconi, dove la collezione da lui disegnata era esposta attraverso delle foto di lui con indosso i vestiti. Le fotografie vennero scattate da fotografi molto importanti dell’epoca, e amici di Albini, come Aldo Ballo, Maria Vittoria Backhaus e Alfa Castaldi.
Il corto è formato da sei interviste/interventi: tutto si apre con Lucia Miodini, responsabile sezione media e moda, centro studi e archivi di comunicazione dell’Università di Parma, per poi dare la parola ai quattro fotografi che hanno lavorato a stretto contatto con Albini. La prima, Maria Vittoria Backhaus, seguita da Fabio Castaldi, Fiorenzo Niccoli e Emmanuele Randazzo. Il cortometraggio si chiude con l’intervento della magistrale Carla Sozzani, che ricorda con tanto amore e nostalgia, gli anni d’oro di Albini e ne elogia il genio.
Lei stessa, poco dopo, sarà protagonista insieme a Randazzo e Paolo Rinaldi, storico braccio dentro e partner di Albini del talk precedentemente nominato.
Tutto il talk si apre con l’affermazione di Carla Sozzani di come tanti non conoscano il genio di Albini: forse perché abbiamo pochi libri che parlano di lui? Il suo mondo è durato poco a causa della sua morte prematura? Il brand non è sopravvissuto perché non c’era una grande investitore come Kering o LVMH che lo ha mantenuto attivo? Ricordiamo che solo nel 2023 il brand è stato acquistato per essere rilanciato da Bidayat.
Ci sono tante domande e altrettante risposte che possiamo darci.
Proprio nel 2023, quando il patrimonio intellettuale e parte degli archivi sono stati acquistati, il nome più papabile per la direzione creativa del brand era quello di Alessandro Michele, proprio colui che più di tutti oggi ricorda e riprendere Albini; dagli scatti della campagna “HA HA HA” di Gucci con Harry Styles, all’ultima collezione presentata alla direzione creativa di Valentino.
L’approccio stilistico è simile, infatti Michele ha sempre dichiarato di seguire e ispirarsi ad Albini.
Ma oltre a lui, chi?
Bacini, Alisia <3
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